sopra la notte
rappresentazione scenica per ensemble "a cappella"
di luigi esposito
In quest'opera scenica, Sopra la Notte, Luigi Esposito mostra tutta la sua padronanza del mezzo espressivo vocale, sia nel disegnare la singola voce, sia nella ricerca degli impasti timbrici, sempre coerenti alla trama narrativa.
L'originalità della rappresentazione scenica si deve all'accuratezza delle indicazioni che l'autore ha disseminato lungo l'intera partitura, e allo stesso tempo alla libertà espressiva che la particolarissima forma di notazione lascia all'interprete.
Dettaglio della partitura in pittografia "Sopra la notte" di Luigi Esposito
Sopra la notte
Rappresentazione scenica per ensemble a Cappella
in Quattro scene e Otto momenti di Luigi Esposito
per contralto, due soprani, due tenori, due bassi
AURORA
ATTO
ABBANDONO
ESITO
SCHOLA ROMANA ENSEMBLE
Stefano Sabene, maestro concertatore
Luigi Esposito, regia scenica
La partitura Sopra la notte di Luigi Esposito, espressamente dedicata dall’autore allo Schola Romana Ensemble, è realizzata in pittografia, una particolare forma di notazione musicale che unisce i linguaggi dell'arte figurativa e della musica. Una scrittura che si spinge quasi all'alea, riuscendo tuttavia, in quest'opera, a suggerire una dimensione contrappuntistica che affonda le sue radici nella polifonia del rinascimento.
Non a caso l'autore è stato allievo prima e collaboratore poi di Sylvano Bussotti, il geniale compositore che per primo introdusse la pittografia, intuendone tutte le potenzialità. Una tecnica di notazione che più di altre sa sprigionare la creatività dell'interprete nel momento performativo.
Il testo scelto da Luigi Esposito è di Giovanni Strozzi, e si riferisce sia alla "notte", una delle quattro sculture realizzate da Michelangelo a Firenze per la tomba di Giuliano de' Medici, sia, metaforicamente, alla scultura in quanto tale, che, a differenza degli umani, nel suo sonno pietrificato è al riparo dai dolori del mondo.
Un'opera, Sopra la notte, di forte impatto scenico, grazie all'avvicendarsi e al sovrapporsi di momenti espressivi opposti, dalla meditazione all'ira, dalla staticità marmorea alla dinamica più sfrenata.