sacralia
Arvo Pärt, rené clemencic, Hans-Jürgen gerung, kristzof penderecki
I quattro autori presenti in questo programma rivelano approcci estremamente diversi nel trattare il testo sacro.
Lo Schola Romana Ensemble ha stimolato la produzione di nuove musiche e alcuni dei brani presenti, in particolare le Lamentazioni di René Clemencic e il madrigale "Ecce tu" di Hans-Jürgen Gerung, sono stati espressamente composti per il nostro ensemble.
Anche per questo lo Schola Romana Ensemble è riconosciuto tra i più autorevoli testimoni della vitalità della musica sacra "a Cappella", un genere tutt'altro che dimenticato, per le prospettive sempre nuove che questo mezzo sonoro offre alla creatività dei compositori e alla fruizione del pubblico.
Particolare della partitura autografa delle "Lamentationes Jeremiae prophetae"
di René Clemencic, con dedica allo Schola Romana Ensemble
SACRALIA
Programma
Arvo Pärt
Stabat Mater per soprano, alto, tenore; violino, viola, violoncello
René Clemencic
Lamentationes Jeremiae Prophetae per complesso vocale "a Cappella"
Hans-Jürgen Gerung
Ecce tu pulchra es per coro misto "a Cappella"
Kristzof Penderecki
Stabat Mater per tre cori misti "a Cappella"
SCHOLA ROMANA ENSEMBLE
Stefano Sabene, direttore
Autore d'oggi tra i più celebrati, Arvo Pärt (1935) mette in musica il testo della Sequenza di Jacopone da Todi, lo Stabat Mater, attraverso il suo tipico minimalismo compositivo. Il gruppo vocale e il suo "alter ego" strumentale si muovono tra sonorità diafane, cristalline. L'incedere statico, quasi ipnotizzante delle voci è incorniciato da episodi più mossi, ma sempre eterei, degli strumenti.
Il secondo brano del concerto presenta le Lamentationes Jeremiae Prophetae di René Clemencic, (1928-2022) concepite per un piccolo nucleo vocale, simile, quanto a numero e disposizione delle voci, a una Cappella musicale del Rinascimento. Il drammatico testo biblico è trattato dal compositore attingendo direttamente alla matrice gregoriana, su cui s'innesta una raffinatissima scrittura contrappuntistica, che rivela la conoscenza del repertorio antico, di cui l'autore fu profondo studioso e indimenticato interprete.
Il Madrigale Ecce tu pulchra es di Hans-Jürgen Gerung (1960) riveste di suono i versetti del Cantico dei Cantici, il poema d'amore biblico. La scrittura polifonica messa in campo dall'autore coniuga una concezione solidamente contrappuntistica con un linguaggio attualissimo, disseminando lungo l'articolata e complessa composizione momenti di assoluto lirismo.
Lo Stabat Mater di Kristzof Penderecki (1933-2020) rappresenta uno dei capisaldi della produzione vocale sacra contemporanea. Rifacendosi alla tradizione policorale barocca, il compositore adopera una scrittura di particolare impatto emotivo, giocato tra la densità plumbea delle masse corali e le lancinanti dissonanze, che lungo tutta la composizione rivestono il testo di Jacopone di un dolore apparentemente senza via d'uscita. Solo nel poderoso finale l'oscurità si dissolve in una dirompente esplosione di luce. Nell'accordo conclusivo, in cui i tre cori si uniscono in un'armonia finalmente consonante, s'intravede la vicina Risurrezione.